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Professione Assistenti di direzione

Viaggio alla scoperta del pensiero flessibile

Abbiamo intervistato Francesco Sansone, Presidente & CEO a Valore, che ci ha illustrato il concetto di “pensiero flessibile” applicandolo al ruolo dell’Assistente di Direzione.

  • Buongiorno! Ci parli un po’ di lei (magari con tre aggettivi che la rappresentano?)

Coinvolgente, stimolante, appassionato.

  • Le va di raccontarci la sua esperienza professionale?

La mia carriera ha avuto inizio quando svolsi il mio primo lavoro come antropologo raccogliendo le storie di narrativa orale nell’isola di Ischia. Intervistai i pescatori anziani dell’isola, trascrivendo quelle storie, racconti popolari che si tramandavano di generazione in generazione, comparandoli con la tradizione di narrativa orale internazionale. Essere un cacciatore di storie fu un’esperienza affascinante. È sempre stato un mio interesse capire come funziona la mente umana. Per questa ragione iniziai i miei studi a Roma in psicologia e psicofisiologia, conseguendo la laurea in Lettere e in Psicologia. Il mio primo lavoro a Milano, trent’anni fa, fu in una società di cacciatori di teste. Continuai a cercare storie come head hunter. La mia ricerca per le storie personali culminò nella pubblicazione di due libri “Pensiero Flessibile” e “Leadership Responsabile”, più volte ristampati e autorevolmente recensiti. In questi ultimi venti anni ho applicato le metodologie relative al pensiero flessibile e leadership responsabile in diversi ambiti aziendali per lo sviluppo dell’agilità organizzativa e allineamento ai risultati di business.

  • Come mai ha deciso di fondare Valore? Può descriverci meglio questa realtà?

Ho fondato la Società Valore “excellence through people” a Milano nel 1998 con il purpose di stimolare l’attitudine all’eccellenza nel lavoro, attraverso il miglioramento della qualità del capitale semantico, agilità e responsabilità personale. I numerosi interventi effettuati nei diversi contesti aziendali si sono distinti per il raggiungimento degli obiettivi attesi in termini di produttività, integrazione ed efficacia organizzativa. La continua ricerca sull’innovazione e sulla qualità ci ha portato a consolidare una rete internazionale sempre più estesa di partner di elevata professionalità che ci consentono di assicurare il successo di ogni intervento.

  • Lei è autore del libro “Il pensiero flessibile”. Ci può spiegare in che cosa consiste il pensiero flessibile?

Il pensiero flessibile è il direttore d’orchestra della nostra mente in quanto coordina tutti gli strumenti a disposizione della personalità, ricorrendo a categorie diverse in funzione degli interlocutori e delle situazioni. La scelta degli strumenti cognitivi e relazionali dipende dalla loro puntuale conoscenza in funzione di un modello originale ed innovativo di cui sono autore e che si fonda sull’integrazione della dimensione Logica, Etica ed Estetica della persona.

  • Quali sono i vantaggi di sviluppare un pensiero flessibile in ambito lavorativo?

Il pensiero flessibile ci consente una performance elevata sul versante della comunicazione interpersonale per la creazione di relazioni di fiducia e del raggiungimento di obiettivi win-win. Diviene pertanto necessario nei contesti organizzativi imparare ad ascoltare ed usare la propria sensibilità per entrare in sintonia con la persona che si ha di fronte, per comprendere in forma empatica lo stilo cognitivo dominante le modalità con cui vende ed acquista le idee.

  • Come può un Assistente di Direzione sfruttare il pensiero flessibile a proprio vantaggio? Ha qualche esempio da fornirci?

L’Assistente di Direzione svolge un ruolo chiave all’interno delle organizzazioni, in quanto deve continuamente leggere, tradurre i linguaggi e le decisioni del boss, ma anche di tutti gli altri colleghi e collaboratori. Ciò dipende dalla corretta modalità di relazione con il boss, ovvero dalla precisione e velocità con le quali risponde alle sue domande, relative al suo stile cognitivo dominante. Ad esempio con un boss con uno stile cognitivo dominante “Oggettivare” in cui la domanda fondamentale è “che cosa?” nel presentargli una proposta prepararsi prima con un completo check che riguarda la valutazione, l’analisi completa di tutte le possibili obiezioni. Fissando un appuntamento con anticipo, dichiarando il tempo che si desidera impegnare. Supportare l’approccio logico e sequenziale del boss, utilizzando lo stesso canale logico lineare: quali sono le caratteristiche principali del progetto, le possibilità, quanto costa, quali risorse servono, quali test siano stati fatti, che analisi sia stata effettuata? Con un boss con uno stile dominante “Sentire” in cui la domanda fondamentale è “chi?”, nel presentargli una proposta occorre anzitutto familiarizzare con i suoi interessi e le sue relazioni. Essere aperti ed empatici. Dargli la possibilità di ricevere input da altre persone, prima della decisione. Offrire la propria disponibilità nella successiva presentazione del progetto.

  • Quanto è importante la fiducia, secondo lei, in contesti privati e lavorativi?

Il successo nei contesti privati e lavorativi si basa sulla costruzione di una relazione di fiducia e di comunicazione aperta e trasparente: condivisione delle informazioni, dire la verità, ammettere i propri errori, mantenere la parola, dare e ricevere feedback costruttivi. Ciò che permette la costruzione di una relazione di fiducia è innanzitutto è percepire la sensazione di corrispondenza tra i linguaggi utilizzati e la convinzione che l’altro comprenda il nostro modo di vedere e sentire, attraverso l’ascolto, la coerenza, creando un “legame” profondo che costituisce la stessa radice della fiducia.

Trovate maggiori informazioni ed iscrizioni al percorso formativo sul pensiero flessibile a questo link.

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