Mindfulness: respira e ritrova l’equilibrio!
L’infinita quantità di richieste che riceviamo quotidianamente al lavoro rischia di farci perdere il nostro equilibrio interno, e per molti di noi il lavoro è diventato fonte di stress e non è più un luogo nel quale sentirci a nostro agio. Cosa possiamo fare per stare meglio in ufficio e per apprezzare le nostre giornate? La PA al Senior Country Manager di Natixis, Lucia Landini, ci racconta come la mindfulness può aiutarci a migliorare la nostra quotidianità lavorativa!
Cosa significa applicare la mindfulness? Di fatto: essere consapevoli nel momento in cui si verifica una nostra esperienza, aperti e presenti.
Quante volte ci ritroviamo a rimuginare sul passato: ‘Avrei dovuto rispondere così, se avessi fatto così…’. Questi pensieri creano dubbi, e ci bloccano. Oppure abbiamo ansie sul futuro: ‘Riuscirò a finire questo progetto entro oggi, cosa dirà il mio capo se non ce la faccio…’. La consapevolezza consiste nell’abilità di concentrarsi, evitando l’auto sabotaggio con pensieri, distrazioni e rimpianti.
Se l’argomento mindfulness e stress vi interessa particolarmente, leggete l’approfondimento sul burnout che abbiamo scritto qualche tempo fa!
Un esempio di meditazione facile: fare una passeggiata in pausa pranzo, e camminando concentrarsi sulle sensazioni di piedi e gambe e sul movimento. Riconoscere e lasciar scorrere i pensieri. Salutare le emozioni come fossero ospiti di passaggio a casa nostra.
Un esempio in ufficio: concentrarsi sui punti del corpo che sono in contatto con la sedia e con il mouse. Sentire questi punti ci impedisce di perderci nei pensieri. Oppure concentrarsi su un’attività semplice alla volta, come bere una tazza di tè.
Dunque, la mindfulness ci permette di collegarci in maniera più diretta alla realtà osservando con chiarezza, evitando le percezioni false che la distorcono, come la paura, i sensi di colpa, le aspettative… O vivendole come percezioni e non come reali. Inoltre, ci permette di focalizzarci su ciò che accade nel presente, ci rende più curiosi e interessati al lavoro, più produttivi e in pace con noi stessi. Possiamo allenare l’attenzione per essere più consapevoli dei nostri pensieri, cercando di creare un legame emotivo verso gli altri. La mindfulness dipende anche dal nostro modo di relazionarci alla realtà, ed è quindi importante creare uno spazio emotivo senza reazioni automatiche e già vissute, cercando di essere più compassionevoli verso noi stessi e gli altri.
Altri esercizi pratici: Per cominciare potremmo sforzarci di creare un ambiente lavorativo calmo. Le emozioni sono contagiose e la nostra capacità di gestire gli stati d’animo contribuisce a creare un ambiente sano o tossico al lavoro. Potremmo provare a condividere atti di gentilezza quotidiani. E se gli eventi ci travolgono, concentrarci sul respiro per tornare centrati, facendo 6 respiri lunghi al minuto.
Il fatto è che ci identifichiamo con i nostri pensieri, mentre sarebbe utile riconoscerli e lasciarli andare. Pensieri negativi creano, banalmente, stati mentali negativi e ci fanno dimenticare che le cose cambiano. Potremmo provare a pensare ed agire in modo diverso rispetto alle volte precedenti.
Per esempio, sapere che i momenti di rabbia dei capi passano serve a temerli meno e a non farci prendere dal risentimento. Come? Concentrandoci sul respiro e sul presente. Affrontando un compito alla volta fissando le priorità, ma respirando, non in apnea! Dando valore alle nostre necessità, al nostro tempo anche in pausa pranzo.
Un altro aspetto fondamentale del praticare la mindfulness in un ambiente di lavoro è la compassione verso sé e gli altri, la consapevolezza che dietro a tanti comportamenti ci sono infelicità e paura. E lì dovremmo sforzarci di reagire alle provocazioni con gentilezza, senza giudicare, e provare a condividere il lavoro con buonumore e disponibilità. Spesso le azioni degli altri che ci feriscono non hanno nulla di personale, potremmo provare a riconoscere e accettare la sofferenza e il desiderio di essere felici di tutti e perfino dei nostri colleghi. È facile praticare la gentilezza nelle piccole cose, basta una volta al giorno per sentirci migliori. Inoltre, la rabbia verso gli altri ci isola, come ci isolano la rabbia e il giudizio che scateniamo contro noi stessi quando commettiamo errori, senza considerarli come parte del nostro percorso e segni della nostra umanità. Potremmo imparare ad avere compassione di noi stessi come esseri non perfetti, senza sopprimere né esagerare i sentimenti e limitando l’attaccamento al giudizio degli altri.
Un altro esercizio utile per me è ricordare i momenti positivi dopo una giornata di lavoro, le attività che ho svolto.
Nessun lavoro ha solo aspetti positivi: sfide, conflitti, delusioni o pura stanchezza sono parte della vita lavorativa di tutti. Non possiamo sempre sistemare tutto, né essere sempre compassionevoli verso noi stessi e gli altri, né controllare i nostri colleghi. Quello che possiamo controllare è la nostra reazione alle difficoltà, perché dalla nostra capacità di affrontarle dipende la nostra felicità. Possiamo usare le sfide per crescere, migliorare la nostra consapevolezza e trovare un modo per rendere le sfide future più tollerabili.
La lezione più importante che ci danno meditazione e mindfulness credo sia la resilienza: indipendentemente dalle circostanze possiamo sempre ricominciare, ricominciare a respirare, tornare a concentrarci sul respiro, ricominciare senza farci sconfiggere dalle delusioni, concentrare le nostre energie sulle aree che possiamo gestire e lasciare andare il resto.
Inoltre, quando siamo stressati tendiamo a isolarci piuttosto che a connettersi emotivamente mentre abbiamo bisogno di legami e condivisione sincera. Insomma, di pensare positivo!
Ecco un esercizio sullo stress: scrivere tutto quello che aumenta il nostro livello di stress al lavoro su una colonna, su un’altra quello che facciamo per ritrovare l’equilibrio e per prenderci una pausa, e verificare la seconda colonna per capire se prossimo migliorare le attività che ci danno sollievo.
La mindfulness ci aiuta a rileggere con calma una mail pensando all’effetto che avrà su chi la riceve, a fare piccole azioni quotidiane come non condividere un gossip per mantenere la nostra integrità morale e mostrare il nostro lato migliore. Ci aiuta a perdonare e pesare le parole anche nel definire le nostre emozioni. Credo che lo scopo della mindfulness sia di permetterci di assumerci la responsabilità per la nostra felicità al lavoro, ricordandoci che il lavoro ci dà un senso di appartenenza, ci fa sentire membri di un gruppo sociale e parte di uno scopo superiore.
Dunque, la mindfulness ci fa trovare la nostra identità negli alti e bassi della vita, ci rende consapevoli di pensieri e immagini che passano, ci aiuta a concentrarci sul respiro e a ritornarci se veniamo distratti, senza entrare in pensieri negativi su noi stessi.