Un libro, mille consigli per segretarie ed assistenti
Nel suo libro, Evita ci racconta l’esperienza di assistente e ci ricorda che niente vale quanto la fiducia in noi stessi e in ciò che facciamo.
Avete letto la prima parte dell’intervista a Evita Paleari, assistente della community e autrice del libro “Per fare la segretaria devi avere le scarpe adatte”?
Oggi concludiamo la nostra chiacchierata con Evita parlando di capi, reputazione digitale e scoprendo finalmente qual è la scarpa giusta per svolgere questo lavoro!
Secondo te quanto conta la digital brand reputation oggi?
Se guardo il mondo virtuale dove inevitabilmente tutti siamo cascati dentro, conta moltissimo. È un indicatore fondamentale per far sapere quanto la tua azienda sia conosciuta e apprezzata. Certo è che bisogna stare attenti, bisogna sempre usare trasparenza, lealtà, essere autentici, ispirare fiducia… Non sempre succede ma te ne accorgi solo quando la fregatura ce l’hai già davanti.
Nella tua carriera hai avuto la possibilità di lavorare con diversi capi: quale ti è rimasto più nel cuore e perché?
Sì, davvero molti capi e ognuno differente dall’altro, ognuno con la sua personalità, con il suo carattere e il suo modo di lavorare. Ogni volta che cambi Direttore devi ricominciare un po’ tutto daccapo. Capire il suo carattere, usare strategie nuove per far fronte al cambiamento.
Ogni volta, almeno per me, ho provato una sorta di smarrimento, perché vedete, noi siamo abbinati ai nostri capi come l’orecchino all’orecchio, come il bottone all’occhiello, come numero e serie sul biglietto della lotteria (tu sei la serie e lui il numero perché dei due è lui quello che conta), voglio dire, tu sei il prolungamento del suo braccio, il suo più bel biglietto da visita, non esisteresti senza di lui e lui probabilmente non esisterebbe senza di te. Per questo spesso, ti presta il suo nome (diventi l’Evita di Ciralli, la Roberta di Colombo, la Sofia di Viganò) e ad ogni cambio di Direttore perdevo il senso di appartenenza, mi sentivo sulla terra di nessuno, fino a che non ne arrivava uno nuovo e allora via, si ricominciava.
Il Direttore che sicuramente rimarrà nel mio cuore è colui che nel libro chiamo “Direttore Cybernetico/007”. Un uomo poliedrico, oserei dire, una pallina di mercurio, non stava mai fermo, una ne faceva e mille ne pensava. Lo vedo ancora nonostante non si lavori più insieme da anni, lo ammiro ancora per la sua generosità d’animo, per la sua eleganza interiore, e soprattutto perché mi ha insegnato che non bisogna mai fermarsi davanti alle apparenze, ma andare sempre avanti anche contro ogni evidenza.
Quali consigli daresti ai colleghi assistenti?
Sicuramente direi loro di non mollare. Neanche quando sembra andare tutto a rotoli, neanche quando l’orologio non regala tempo abbastanza per far quadrare l’uscita dei figli dalla scuola con il consiglio di amministrazione, neanche quando la febbre vi assale insieme al senso del dovere e siete combattute se restare a casa o prendere una tachipirina e correre in ufficio, neanche quando vi sentite un senso di colpa che cammina per non essere arrivate in tempo alla cena di famiglia, neanche quando pensate di non avere la “scarpa adatta” (per questo ultimo punto potete sempre leggere il libro e tornare a sorridere, garantisco io)… Purtroppo lo sappiamo bene tutte, sia nei piccoli uffici che nelle grandi aziende: le segretarie sono come gli angeli, non si sposano e non si ammalano mai! Perciò, qualsiasi cosa vi succeda, care ragazze, siate fiere di ciò che rendete possibile con la vostra dedizione, con il vostro impegno.
Imparate a “sorridere dentro” e nessuno vi metterà in un angolo. E non importa se il capo non lo vedrà, se nessuno noterà i vostri sforzi, i vostri sacrifici… Per quel che vale, sappiate che io vi comprendo, apprezzo quello che fate perché so cosa c’è dietro. Un giorno ho ricevuto una storiella su Whatsapp, se ne ricevono tante, ma questa mi ha colpito in modo particolare. Racconta di una donna frustrata a cui sembra che nessuno noti tutte le cose che fa e che il suo operato sia vano. Una sera festeggia il ritorno di una amica dall’Europa, guarda le altre donne e le sembrano perfette; lei si è messa il primo vestito pulito che ha trovato sullo stendi panni, un mollettone per aggiustarsi i capelli alla meglio, si è truccata in macchina durante il tragitto e si sentiva patetica. L’amica le dice, “tieni, ti ho portato questo”: un libro, un libro sulle cattedrali Europee. Lei non capisce, poi legge la dedica “con ammirazione per la grandezza di quello che costruisci senza essere vista”. Non sappiamo i nomi dei costruttori di cattedrali, vedi queste grandezze cerchi il nome e trovi scritto “costruttore sconosciuto”. Lavoravano senza pretendere di essere notati. Un autore dice “non si faranno più cattedrali perché non ci sono più uomini capaci di questi sacrifici”… Ma sono convinta che nessun sacrificio è troppo piccolo da non essere notato. A volte si vorrebbe che gli altri notassero tutto l’impegno, tutti i sacrifici che facciamo: ma come, nessuno nota che sono stata sveglia tutta la notte a lavorare sul PC per concludere un lavoro che ci permetterà di andare in vacanza? Ebbene se potete, fate in modo che i vostri figli parlando con gli amici non dicano: “Ah sapessi quanto è ganza la mia mamma, aiuta le aziende a far quadrare i conti, tira in porta come Icardi, e cucina un sacco di cose favolose.” Fate in modo che dicano: “Dai, vieni a casa mia, ti piacerà, è un bel posto, ti troverai bene.” Costruite la vostra “cattedrale” con dedizione e impegno e sarete apprezzati per la grandezza di ciò che fate senza essere visti. Magari non la vedrete finita, non ci abiterete dentro, ma se la costruirete bene, sarà un luogo perfetto per i vostri figli e i figli dei vostri figli… A me, care ragazze, non resta che augurarvi buon lavoro!
Parliamo della tua passione: le scarpe. Rivelaci… Qual è secondo te la più adatta per questo ruolo?
Ho passato molti e molti anni alla ricerca della scarpa giusta! Ne ho cambiate moltissime prima di arrivare a trovare quella adatta. Ma oggi ce l’ho, perbacco! La scarpa adatta (e non solo per fare la segretaria) è quella in cui stai bene sempre, tutti i giorni, in ogni stagione. È fatta con la suola di fiducia in se stessi, che ti fa arrivare ovunque ma anche frenare in tempo prima di fare una cavolata galattica. Ha una tomaia morbida che si adatta a ogni direttore e ad ogni esigenza della vita. Ha un tacco giusto, che non ti fa sentire né troppo superba né troppo dimessa ed è super colorata, perché nella vita bisogna usare anche un po’ di leggerezza. E da ultimo, deve avere un cinturino intorno alla caviglia con un vezzo, una perlina, un fiocchetto, uno strass, per ricordarmi che non sono un robot, sono sì un’amica, un’assistente, una moglie, una mamma… ma in ognuna di queste essenze, sono principalmente una donna e non devo dimenticarlo mai. Perciò ogni mattina infilo la “scarpa adatta” e affronto il mondo!
Non ci resta che augurarvi una buona lettura… Il libro Per fare la segretaria devi avere le scarpe adatte vi aspetta 
Evita Paleari, assistente di direzione
Nasce a Milano, dove tutt’ora vive e lavora da oltre da 30 anni. È Assistente di Direzione, ma preferisce definirsi “segretaria”, anche se ha assistito eccome! È sposata da venticinque anni con lo stesso uomo che l’ha insignita della carica di Amministratore Delegato della famiglia. È madre di due figli, per fortuna maschi, e per questo salvi dal divenire “segretarie”. Sorridere è il suo “superpotere”.