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Professione Assistenti di direzione

Fiducia e rispetto: i must di Vittorio

Il rispetto e la fiducia del capo non possono mai mancare! Vittorio, assistente della community, ci racconta cosa significa per lui ricoprire questo ruolo.

Nel 2019 uno dei nostri principali obiettivi è sradicare il ruolo di assistente di direzione da una concezione prettamente femminile. Eliminare uno stereotipo non è mai facile, né tantomeno realizzabile in poco tempo… Ma possiamo renderlo possibile con il contributo di tutta la community!

Per combattere un’idea così culturalmente consolidata bisogna educare alla gender equality, i giovani prima di tutto – lo abbiamo fatto ad esempio allo Youth Speak Forum -, sensibilizzare e portare testimonianze concrete. Come questa intervista che abbiamo fatto a Vittorio.

Assistente: punto di partenza o arrivo? Come sei arrivato a ricoprire questo ruolo? Era quello che volevi?

Sono arrivato un po’ per caso a scoprire questa professione che mi ha permesso di mantenere un legame con il mondo degli eventi e scoprire nuovi lati del mio carattere. Quello che volevo era un lavoro ogni giorno diverso e multidisciplinare, che mi permettesse di stare a contatto con le persone e poter fornire un supporto ascoltando le necessità dei miei capi con passione e determinazione, ma anche poter gestire diversi aspetti organizzativi dell’azienda.

Ho iniziato la mia carriera, in questo ruolo, come Executive Assistant in BCG: prima mi occupavo di organizzazione di eventi corporate e istituzionali, in BCG ho potuto imparare molto ed è stata una sorta di “palestra” dove gestivo più persone contemporaneamente e mi ha permesso di affinare le mie doti di multitasking e di ascolto, nonché organizzative.

Non penso che questo ruolo sia un punto di arrivo per me, anzi mi considero una persona che in ambito lavorativo non sta mai ferma e in continua evoluzione; mi piacerebbe, seppur mantenendo il mio ruolo evolvermi in ambito comunicazione oppure acquisire un ruolo di Office Manager.

Ti ha sorpreso questo lavoro? Ti aspettavi fosse meno manageriale e più esecutivo?

Non avevo molte aspettative all’inizio della mia esperienza, ma poi mi sono appassionato e ogni giorno imparavo nuove cose grazie anche all’aiuto delle mie colleghe, le quali sono state fondamentali per la mia crescita professionale, ma soprattutto è stato bello scoprire il rapporto che può nascere tra assistente e assistito, un rapporto fatto di fiducia e rispetto. La parte che preferisco di più è saper anticipare le richieste dei miei capi, a quel punto si crea un legame molto forte e indissolubile.

L’assistente oggi non è solo un operatore esecutivo per viaggi o per prendere appuntamenti, ma deve interpretare le esigenze dei suoi assistiti e farle sue, immedesimandosi nel loro quotidiano. Inoltre deve avere conoscenze multidisciplinari per poter capire e gestire diversi aspetti dell’azienda, quindi una sorta di braccio destro operativo e una sorta di filtro tra il capo e il resto dell’azienda.

Attualmente, mi trovo in una posizione più manageriale e ho a che fare con diversi dipartimenti della società svolgendo un ruolo di ambasciatore del mio capo in sua assenza, quindi mi consente di crescere sotto ogni aspetto e poter andare più nel profondo degli argomenti e progetti rispetto a prima.

Quali sono le maggiori sfide in questo ruolo? E quali le maggiori soddisfazioni?

Le sfide maggiori sono sicuramente il saper interpretare le esigenze dei propri capi per fornire un servizio ad alti livelli e allo stesso tempo essere coinvolto in tutti i dipartimenti e quindi avere una conoscenza approfondita di molte tematiche.

Penso che la maggior soddisfazione sia quella di poter creare un legame di fiducia e rispetto tra l’assistente e il proprio capo in modo da avere una sorta di “fusione di cervelli” per poter essere un buon team.

Ritieni che sia un lavoro adatto anche agli uomini? Hai mai subìto discriminazioni?

Personalmente sia in BCG che nella mia attuale azienda non sono mai stato discriminato, anzi per entrambe le aziende è molto normale avere al loro interno assistenti uomini. Penso che l’assistente uomo sia una parte molto importante del team e adatto ad un certo tipo di azienda e capo.

A volte l’assistente uomo può avere un approccio più diretto e razionale rispetto alle colleghe, ma anche possedere quel pizzico di emotività utile alla professione. Inoltre, in un grande team di sole donne, può stemperare alcuni rapporti e svolgere un ruolo di mediatore.

Un consiglio per i tuoi colleghi assistenti?

L’unico consiglio che mi viene da dare è quello di cercare di appassionarvi alla vostra professione e imparare moltissimo dalle colleghe o dai colleghi più senior tenendo sempre la mente aperta, ma soprattutto cercate di sviluppare un rapporto con il vostro assistito, ogni capo è diverso ed esiste un assistente per ognuno.

 

Vittorio Rusconi, assistente MOL GroupVittorio Rusconi, assistente in MOL Group Italy
Prima di diventare assistente di direzione, lavora nel mondo immobiliare per 4 anni come consulente; contemporaneamente si laurea in Storia economica e frequenta un Master in Management. Lavora nell’ambito dell’organizzazione di eventi che gli permette di sviluppare doti organizzative e di time management, successivamente lavora in BCG come Executive Assistant, primo assistente uomo nel sistema Italia, Grecia e Turchia ed ora è Professional Assistant in MOL Group Italy, multinazionale Oil&Gas, lavorando a stretto contatto con il CEO e il Top Management.