6 regole per una comunicazione efficace
Comunicazione significa cum-unire
Che il desiderio di ciascuno di noi sia di sentirsi ascoltato e accettato è indubbio.
Che ci si senta veramente ascoltati e compresi forse no.
La comunicazione e l’ascolto oggi sono due componenti fondamentali di un dialogo e di una relazione disturbato da troppe distrazioni.
da Treccani: In senso più ampio e generico, la COMUNICAZIONE è il fatto di comunicare, cioè di trasmettere qualcosa ad altri o ad altro (c. del movimento; c. dell’influenza per contagio). 2. In senso più ristretto, ma più ricorrente, la comunicazione è il rendere partecipe qualcun altro di un contenuto o di uno stato d’animo, spesso nel contesto di un rapporto interattivo (c. d’idee, di pensieri; la c. agli altri del proprio sapere; favorire la c. tra genitori e figli). 3. La parola comunicazione può anche indicare il rapporto in sé tra persone, che consiste in una relazione di partecipazione emotiva e comprensione (avere facilità di c.; riesce a stabilire un’immediata c. con i propri amici, con il pubblico)
Le conversazioni sempre più spesso demandate a chat, messaggi veloci, piccole e brevi frasi sull’uscio della porta d’ufficio che non sono più in grado di aiutarci a creare relazione, ingaggio e conversazioni efficaci.
Come i neonati, super sensibili a rumori e a tutto quello che li circonda, ma abili nel comunicare necessità con il pianto (nella sua forma primordiale il respiro) così anche noi dovremmo tornare alla mente aperta del principiante; dovrebbe essere una buona prassi che, nell’era della velocità e iper-comunicazione, forse tutti noi abbiamo dimenticato.
Ecco allora 6 buone regole da applicare subito per attivare una comunicazione di qualità
1.Stop al multitasking
Essere presente in quel momento, ascoltare e dedicare attenzione.
Sembra impossibile, ma oggi abbiamo raggiunto livelli di impegni mentali e fisici che senza rendercene conto compiamo troppe attività in contemporanea. Il risultato è che spesso le facciamo male, oppure perdiamo tutta l’ampiezza della comunicazione verbale e non verbale, ne consegue una scarsa o povera o non giusta attenzione e rispetto a chi , di fronte a noi, vicino o lontano, ci sta comunicando un insieme di contenuti dei quali non riusciamo a cogliere sfumature, e a distinguerne l’importanza, l’urgenza o la priorità
2. Utilizzare le domande aperte
Che si stia vivendo una situazione di conflitto o una confidenza, porre domande aperte ci aiuta ad approfondire il messaggio e a seguire il flusso della comunicazione.
“Mi stai dicendo che..” , “Avverto un tuo disappunto..” , “Ti sento …”
Evitare domande chiuse che invece rischiano di interrompere bruscamente il flusso di informazioni che stiamo creando.
3.Entrare in empatia
Entrare in sintonia con gli altri richiede una grande capacità di ascolto, di sapere restare un passo indietro semplicemente ascoltando, in silenzio. Anche la gestualità, la postura e i toni dovrebbero allinearsi il più possibile all’altro in una situazione di ascolto empatico.
4. Evitare di esprimere le proprie esperienze
Molte volte il desiderio è di sentirsi semplicemente accolti, ascoltati su un tema, un problema o un esperienza. Ognuno di noi peraltro ha vissuti, caratteri e valori differenti. Ogni sensibilità è differente , cosicché lo sono anche le esperienze di ciascuno di noi. Quante volte per confortare o rafforzare un messaggio ci sorge spontaneo raccontare la nostra storia ? Occorre in realtà prestare molta attenzione Non è affatto scontato che in tal modo stiamo portando un reale valore aggiunto alla conversazione.
5. Evitare di ripetersi
Persone molto assertive tendono a ripetere più volte messaggi che potrebbero giungere così distorti o troppo amplificati. Less is more. Siate brevi
6. Ascoltare
Il nostro cervello ascolta più di 500 parole al minuto. E’ bene quindi tornare ad un uso moderato, ponderato e accurato delle parole.
E ricordiamo che noi dobbiamo ascoltare innanzitutto per capire (e poi agire se necessario) non per rispondere
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