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Il Made in Italy oggi: la testimonianza di Monica Bettoni

Abbiamo intervistato Monica Bettoni, Executive Assistant del Presidente e della Direzione Marketing a Foppapedretti S.p.A., che ci ha parlato della sua esperienza nel mondo del Made in Italy.

  • Ciao! Parlaci un po’ di te (magari tre aggettivi che la rappresentano?) 

Buongiorno, mi chiamo Monica Bettoni, ho 56 anni e sono Executive Assistant da molti anni. Mi definirei oggi proattiva, tenace ed empatica.

  • Da quanto tempo ricopri il ruolo di Executive Assistant? Come sei arrivata a ricoprire questo ruolo? 

In questi 30 anni questo ruolo è cambiato notevolmente e oggi per ricoprirlo devi avere molteplici caratteristiche, come si dice essere multitasking: competenza, responsabilità, autonomia e capacità di adattamento sono alcune delle caratteristiche principali.

Sono cresciuta mettendomi in discussione e plasmando le mie capacità anno dopo anno. Dal famoso telefax e macchina da scrivere siamo passati alle e-mail, ai tablet e smartphone, ma alla base di tutto ci vuole sempre una buona dose di sensibilità e adattabilità al ruolo che si ricopre.

Talvolta non bastano solo le competenze legate al titolo di studio o alla propria esperienza ma ci vuole anche una buona dose di diplomazia e responsabilità per il proprio lavoro.

  • Come sei arrivata a Foppapedretti? Ti va di descriverci questa realtà aziendale? 

Sono in Foppapedretti da 15 anni e ci sono arrivata a quarant’anni con tutta la mia esperienza che mi ha permesso di essere oggi l’Assistente di 2 persone che nella vita sono marito e moglie: lui presidente del gruppo Foppapedretti e lei a capo della direzione marketing e pubblicità, 2 profili completamente diversi tra loro.

  • Com’è lavorare in un’azienda legata al mondo del Made in Italy? Hai visto qualche trasformazione del marchio italiano in questi ultimi anni? 

Oggi Foppapedretti lavora il legno con tecnologie sofisticate raggiungendo altissimi livelli standard qualitativi, ma non dimentica mai la cura artigianale dei suoi prodotti tanto che lo slogan è sempre lo stesso:

“Crediamo nella qualità, nei valori, nella forza delle idee che rendono la vita di ogni giorno più semplice.”

  • Il nome FoppaPedretti è stato recentemente aggiunto nell’enciclopedia Treccani: nonostante il lavoro quasi centenario, l’azienda rimane ancora incentrata sull’innovazione ma con l’artigianalità tipica italiana? 

Non solo è presente nell’enciclopedia Treccani, ma oggi è presente con un corner all’interno del primo Green Retail Park al mondo “Green Pea di Torino” ideato da Oscar Farinetti.

E questo non è orgoglio italiano!

  • Negli ultimi anni la sostenibilità sta diventando una tematica centrale: come si pone Foppapedretti a riguardo? 

Foppapedretti è un marchio molto conosciuto e diffuso in Italia soprattutto per i suoi prodotti che, fatti per durare nel tempo, permettono al bosco più tempo per generare nuovi alberi.

Il rispetto per la natura è da sempre una mission di Foppapedretti, tanto che utilizza:

  • solo legno certificato FSC
  • solo vernici atossiche all’acqua
  • si sostiene energeticamente attraverso l’utilizzo di pannelli fotovoltaici
  • Come avete affrontato le recenti difficoltà legate alla pandemia? 

Come sapete, Bergamo ha vissuto un periodo di emergenza sanitaria davvero drammatica e Foppapedretti, oltre ad aver rispettato tutto il periodo di chiusura durante il lockdown, si è attivata per riorganizzare gli spazi per permetterci di rientrare tutti il 4 giugno in totale sicurezza fornendoci quotidianamente tutto il materiale necessario per la nostra protezione. Inoltre, si è sentita in dovere di aiutare il territorio con una donazione al nostro ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo.

  • Hai qualche consiglio da dare alle tue colleghe più “junior”? 

Alle mie colleghe più junior dico che è importante essere flessibili e essere in grado di sapersi adattare, di volta in volta, alle diverse mansioni da svolgere e alle diverse situazioni in cui si viene a trovare, indossando il giusto cappello. Nel nostro ruolo dobbiamo sapere tutto senza che nessuno ci informi, capire gli stati d’animo e l’evolversi degli eventi.